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Eleonora Roaro, Happy ever after 2016 - @courtesy Riccardo Costantini Contemporary e l'artista 



L’altro giorno ho fatto un salto da Riccardo Costantini Contemporary, nello spazio di via Giolitti, dove ho visto una mostra che offre molti spunti interessanti. Si tratta di una collettiva di artisti tra loro molto diversi, articolata intorno al tema della memoria.
In mostra ci sono opere tra loro variegate. Dagli orologi quantisticamente scomposti di Ray Smith, a un disegno stranamente in bianco e nero di Jins, fino a sorta di affascinanti collages in tre dimensioni, fatti di piccoli oggetti e ritagli, opera di Pablo Mesa Capella e una riflessione, in chiave pittorica, sulla Germania di ieri e di oggi di Santiago YDÁÑEZ.
Tra gli artisti presenti in mostra ce ne sono però quattro che, senza nulla togliere agli altri, mi hanno colpito particolarmente.


Marco Pandiani, cortesy @Riccardo Costantini


Il primo è Marco Pandiani (alias Markos Tsomidis), autore di straordinarie sculture ispirate ai romanzi del mitico Jules Verne, in particolare a Ventimila leghe sotto i mari. Qui un lungo, fiabesco sottomarino taglia in diagonale la sala espositiva e subito fa venire in mente le simmetrie costruite dei film di Wes Anderson. 







Il Nautilus di Marco Pandiani, courtesy @Riccardo Costantini

Sulle sue fiancate, in modo irregolare, sono posti obiettivi, come lenti o, meglio, oblò, che si aprono però su uno spazio interno, anziché sulla vastità dell’oceano (forse proprio a dire che l’interno, l’interiorità, è altrettanto vasta, e sconfinata).  

Marco Pandiani, courtesy @Riccardo Costantini

Spiando da questi pertugi, scopriamo un mondo che dall’esterno era difficile immaginare: stanze anni settanta, colori, luoghi, persino paesaggi.
Il Nautilus diventa allora uno spazio magico, un luogo dell’anima, il posto segreto della fantasia e del sogno.



fotografie di Francesco Pergolesi, veduta dell'installazione - courtesy @Riccardo Costantini


Un altro lavoro molto interessante è quello di Francesco Pergolesi, un fotografo dallo stile francese, mescolato con un po' di Jeff Wall, che propone una serie di immagini fotografiche dal titolo Heroes. A parte il rimando a David Bowie, che qui (diversamente che a Sanremo!) non posso che apprezzare, gli eroi per Pergolesi sono le persone di ogni giorno, quelle che tirano avanti, nonostante le difficoltà, in un mondo troppo spesso impoverito di poesia.


opere di Santiago YDÁÑEZ, veduta dell'installazione - courtesy @Riccardo Costantini



Belle sono anche le fotografie di Edoardo Hahn, così scomposte, spinte ai lati delle cornici, o in un angolo di una piccola tela, fino a trasformarle in quadri, in opere frutto di una composizione e organizzazione molto consapevole, e volutamente costruita, dello sguardo.


fotografie di Francesco Pergolesi, veduta dell'installazione - courtesy @Riccardo Costantini


Pungenti, infine, i lavori di Eleonora Roaro (è sua l'immagine all'inizio di questo post). 
L'artista prende vecchie foto di matrimoni, significativamente tutte troppo simili le une alle altre per essere vere, eppure del tutto reali, e cancella con un colpo di smalto fucsia i personaggi maschili. 
Restano le spose, bianche, nei loro ingombranti abiti gonfi, i capelli legati stretti e i sorrisi stampati sui volti. Sono in fila, l'una accanto all'altra, e con quelle gonne bianche e sbuffe, somigliano alle meringhe nelle vetrine delle pasticcerie. Memorie impacciate di un patriarcato ormai fortunatamente, speriamo, agonizzante. 



La mostra è visitabile fino al prossimo 10 marzo da Riccardo Costantini Contemporary in via Giolitti 51 a Torino. Per info: t. +39 011 8141099 | +39 348 6703677  info@rcccontemporary.com